Tra mito e realtà: alla scoperta delle vere origini del cappuccino

Siamo abituati a pensare al cappuccino come alla bevanda iconica della cultura italiana, ma il cappuccino è davvero italiano? Dietro il suo sapore ricco e alla cremosità avvolgente si cela una storia complessa, che intreccia leggenda e fatti storici, attraversando secoli e confini geografici. Dalle origini monastiche alla diffusione nei bar italiani, scopriamo la storia del cappuccino, il significato del termine e come prepararlo alla perfezione anche in casa!

Quando è nato il cappuccino?

Prima di esplorare le origini del cappuccino, è importante comprendere il contesto storico del consumo di caffè in Europa. Inizialmente, la preparazione del caffè seguiva la tradizione ottomana: i chicchi venivano fatti bollire in acqua, talvolta con l’aggiunta di zucchero, in modo simile all’odierno caffè turco.

Tuttavia, nel corso del Settecento si assistette a un cambiamento significativo nelle abitudini di consumo. Inglesi e francesi introdussero la pratica di filtrare il caffè, una tecnica che guadagnò rapidamente popolarità rispetto al metodo della bollitura. Fu proprio in questo periodo di transizione che il termine “cappuccino” fece la sua prima comparsa, anche se aveva ben poco a che vedere con la bevanda che conosciamo oggi.  

Perché il cappuccio si chiama così?

Le origini del cappuccino, come quelle di molte bevande popolari, sono avvolte nel mistero e sono tuttora oggetto di dibattito tra gli storici.  Una delle teorie più affascinanti collega questa popolare bevanda ai monaci francescani del XVII secolo in Italia, noti come frati cappuccini. Il loro caratteristico abito con il cappuccio marrone avrebbe ispirato il nome della bevanda per la sua somiglianza cromatica con il caffè miscelato al latte.

Tuttavia, la prima menzione documentata del termine risale al XVIII secolo, ma non in Italia bensì a Vienna. Qui, nelle caffetterie della capitale austriaca, comparve il termine “Kapuziner“. Una descrizione del 1805 definiva il Kapuziner come “caffè con panna e zucchero“, mentre nel 1850 si aggiunse l’uso di “spezie” alla ricetta. 

Ma qual è la correlazione tra la capitale austriaca e i cappuccini? Una leggenda affascinante collega la nascita a Marco da Aviano, un frate cappuccino inviato a Vienna nel 1683 dal Papa. Il suo compito era quello di convincere le potenze europee a formare una coalizione militare contro i Turchi che assediavano la città. Durante il suo soggiorno, si dice che fosse entrato in un caffè – locali già molto diffusi all’epoca – chiedendo qualcosa per addolcire quello che stava bevendo. Un cameriere, accorgendosi di lui, avrebbe esclamato “Kapuziner!”, dando così origine al nome.

C’è da dire che la bevanda dell’epoca era significativamente diversa dal cappuccino come lo conosciamo oggi. Il caffè veniva preparato con il metodo alla turca, e il latte utilizzato non era montato come siamo abituati a vederlo ora.

La vera rivoluzione nella preparazione del cappuccino avvenne solo nel Novecento, con la diffusione delle prime macchine per l’espresso. Fu in questo periodo che i “cappuccini” iniziarono a diventare popolari nei bar. Le fotografie dell’epoca mostrano che i cappuccini venivano serviti in stile “viennese” con panna montata, e guarniti con scaglie di cioccolato o cannella.

Un’altra versione del mito, sempre ambientata nel 1683, attribuisce un ruolo chiave ai Turchi in fuga da Vienna. Secondo questa narrazione, i soldati ottomani in ritirata avrebbero abbandonato numerosi sacchi di caffè, successivamente recuperati dalle truppe viennesi. Dopo aver provato a bollire i chicchi, i soldati trovarono la bevanda troppo amara e sperimentarono aggiungendo latte e miele, chiamando il risultato “kapuziner” in onore dell’abito dei frati cappuccini. Alcune versioni di questa storia menzionano un soldato di nome Franciszek Jerzy Kulczycki, che sarebbe stato l’inventore della bevanda e il primo ad aprire una caffetteria a Vienna dopo il conflitto, utilizzando il caffè lasciato dagli invasori arabi.

L’unica certezza, in tutte queste versioni, è che il “kapuziner” originale fosse preparato con panna anziché latte, poiché quest’ultimo non era comunemente bevuto fino al XIX-XX secolo, essendo principalmente utilizzato per produrre burro e formaggi. Il passaggio da “kapuziner” a “cappuccino” in italiano, e la sostituzione della panna con il latte montato, rappresentano l’evoluzione finale di questa bevanda verso la forma che conosciamo oggi.

Nonostante le probabili origini austriache, sono stati indubbiamente gli italiani a elevare il cappuccino a vero e proprio stile di vita. Oggi, il cappuccino è considerato una bevanda iconica come l’espresso.

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