Intervista a Davide Ottolina: “Portare il nostro caffè nel mondo senza perdere lo spirito di famiglia”

C’è un volto nuovo in Ottolina, ma il cognome è una garanzia di continuità. Davide Ottolina è la quarta generazione alla guida della nostra storica torrefazione. Dopo aver vissuto e lavorato in Inghilterra, ha scelto di tornare in Italia per contribuire allo sviluppo dell’azienda di famiglia. Oggi è Export Manager e si occupa di far crescere la presenza del brand nei mercati internazionali, senza mai perdere di vista i valori con cui tutto è cominciato.

Con questa intervista, vogliamo dargli ufficialmente il benvenuto.

Ciao Davide, iniziamo con una domanda che è anche un tuffo nel passato: ci racconti com’è nata Caffè Ottolina?

Certo! Caffè Ottolina è stata fondata nel 1948 da mio bisnonno, Giulio Ottolina. Era un uomo con una grande passione per il caffè e per l’impresa, e ha creato una realtà che oggi è un punto di riferimento a Milano e non solo. Da allora, l’azienda è passata di mano in mano: prima a mio nonno, poi a mio padre e a mio zio. Oggi rappresento la quarta generazione della famiglia ed è un orgoglio, per me, poter contribuire a scrivere un nuovo capitolo della nostra storia.

Tu sei cresciuto in Inghilterra. Com’è stato tornare in Italia per lavorare nell’azienda di famiglia?

È stato un rientro ricco di emozioni. Ho vissuto molti anni in UK, dove ho studiato e mosso i primi passi nel mondo della finanza. È un contesto molto diverso, più dinamico sotto certi aspetti, ma tornare qui per lavorare in Ottolina è stato naturale. Entrare in azienda con uno sguardo “da fuori” mi permette anche di portare nuove idee, senza perdere di vista i valori che ci guidano da più di settant’anni.

Qual è il tuo ruolo in azienda oggi?

Attualmente sono Export Manager. Il mio obiettivo è portare Ottolina oltre i confini italiani, farci conoscere in nuovi mercati e stringere relazioni solide con realtà internazionali. È una sfida entusiasmante, perché ogni Paese ha una cultura del caffè diversa e trovare il modo giusto per raccontare il nostro prodotto richiede attenzione, ascolto e adattamento.

Com’è il consumo di caffè fuori dall’Italia? Ci sono differenze rispetto alla nostra cultura?

Molte! In UK, per esempio, dove sono cresciuto, il caffè si consuma spesso in modalità take-away, e le bevande a base di latte sono molto più diffuse dell’espresso. Lì lo specialty coffee è ormai una tendenza consolidata, con grande attenzione alla qualità della materia prima e alla sostenibilità. Tuttavia, l’espresso resta l’icona del caffè italiano nel mondo: un simbolo di gusto, stile e cultura che ci distingue ovunque andiamo.

Quali sono i tuoi progetti in Ottolina per i prossimi anni? Dove vorresti portare l’azienda?

Il mio obiettivo è contribuire alla crescita internazionale di Ottolina, sviluppando nuovi mercati e consolidando quelli in cui siamo già presenti. Vorrei che il nostro brand diventasse sempre più riconoscibile all’estero, non solo per la qualità del caffè, ma anche per il modo in cui lo raccontiamo: autentico, familiare, italiano. L’idea è continuare a far crescere Ottolina nel mondo, mantenendo intatti i valori che ci accompagnano da sempre: la passione di famiglia, la cura artigianale e una visione aperta all’innovazione.

Ringraziamo Davide per questa intervista e gli auguriamo un grande in bocca al lupo per la sua nuova avventura professionale, da parte di tutto il team Ottolina.

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