Dal chicco alla tazzina: curiosità e segreti della pianta del caffè

Nella frenesia della vita quotidiana, poche esperienze sono in grado di offrire un momento di piacere e riflessione come quella di gustare una tazzina di caffè. Dietro ogni sorso aromatico si nasconde un mondo affascinante e complesso: quello della pianta del caffè. 

Approfondiamo l’origine della pianta del caffè, svelando curiosità sorprendenti e rivelando i segreti dietro la produzione di una delle bevande più amate al mondo.

Qual è l’origine del caffè

Chi ha scoperto la pianta del caffè? Rispondere non è facile, visto che la sua origine si perde nei secoli. Anche se la sua storia è accompagnata da molteplici leggende, la versione più ampiamente accettata colloca le sue radici nell’Abissinia (l’attuale Etiopia) nel IX secolo. 

Da questa terra, le bacche di caffè attraversarono ogni angolo della penisola araba, trovando a Mokka un fulcro cruciale per il commercio. L’Impero Ottomano, attraverso le sue conquiste, agevolò la diffusione del caffè, che crebbe in popolarità soprattutto perché offriva un’alternativa alle bevande alcoliche vietate dalla fede islamica, guadagnandosi così l’appellativo di “vino dell’Islam“. La parola stessa “caffè” tradisce l’origine araba: il termine  “qahwa”, che inizialmente descriveva una bevanda nota per i suoi effetti eccitanti e stimolanti, è stato poi trasformato nella parola turca “qahvè”, diventata in italiano “caffè”. Il termine Arabo “Quahwa” o sue varianti deriva, guarda caso, dalla storpiatura in arabo del nome della regione abissina di Kaffa, Etiopia del Sud Ovest, una delle aree ancora produttrici di ottime varietà di caffè (come Jimma che è anche una città di notevole dimensione Sidamo, Yirga-Chefe e altre). Ecco perché il caffè si chiama così.

L’eredità del caffè, compresa la sua coltivazione e valorizzazione, rimase fortemente legata alle radici arabe. Questo limite ritardò la sua introduzione al di fuori dell’Impero Ottomano fino al 1600, quando commercianti olandesi riuscirono a introdurre alcune piante in Europa. Dopo un iniziale tentativo di coltivazione europea, la strategia più efficace fu quella messa in atto dalle potenze coloniali, che iniziarono a coltivare il caffè sul suolo africano da loro controllato. In Italia, Venezia fu la prima città ad introdurre il caffè: merito dei suoi rapporti commerciali con l’Oriente, che portarono alla nascita delle prime botteghe del caffè nel 1645.

Nel corso del XVIII secolo, l’abitudine di consumare caffè diede vita a veri e propri luoghi di ritrovo culturali in tutta Europa, che presero il nome dalla bevanda stessa. Questi spazi divennero punti di incontro ideali per intellettuali, filosofi e scrittori, dove si potevano sviluppare non solo conversazioni amichevoli ma anche dibattiti politici. Con l’Illuminismo, questi luoghi si trasformarono in vivaci circoli letterari. 

La popolarità del caffè continuò a crescere, raggiungendo le masse nel XIX secolo e diventando una bevanda di consumo comune. Questa tendenza continuò nel secolo successivo e nel XXI secolo il caffè è diventato uno dei prodotti più commercializzati a livello mondiale, secondo solo al petrolio. Il suo valore commerciale ha raggiunto cifre impressionanti, con un giro d’affari di 11,23 miliardi di euro e una produzione di circa 12.000 tazzine al secondo. [fonte Wikipedia]

Come è fatta la pianta di caffè 

Tutti sappiamo riconoscere all’istante il delizioso aroma e il sapore unico del caffè, ma sorprendentemente pochi sanno in realtà come è fatta la pianta da cui provengono quei chicchi preziosi. Dietro ogni tazza di caffè c’è una storia affascinante che inizia con la pianta stessa.

La pianta di caffè appartiene al genere “Coffea” e comprende circa quasi 60 specie. La varietà più comunemente coltivata e utilizzata per la produzione di caffè è la Coffea arabica, seguita dalla Coffea canephora, nota come caffè robusta. Queste piante prosperano nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo, dove il clima e il terreno offrono le condizioni ideali per la loro crescita.

Ma com’è fatta la pianta di caffè? La pianta di caffè arabica è un arbusto sempreverde che può raggiungere un’altezza di circa 2-3 metri. Ha foglie lucide e verdi, mentre il fiore di caffè è delicato e profumato, simile a un gelsomino. Tuttavia, è ciò che cresce dopo la fioritura che attira la maggior parte dell’attenzione: il chicco di caffè.

Dopo la fioritura, la pianta di caffè produce dei frutti chiamati drupe, noti anche come “ciliegie di caffè”. All’interno della polpa si trovano due semi che si trasformeranno nei caratteristici chicchi di caffè. Questi due chicchi, dalla forma allungata e piatta con una parte solcata e l’altra rotonda, sono protetti da una delicata pellicina chiamata “pergamino”. 

Sapevi che i chicchi di caffè, in origine, sono di colore verde? Siamo abituati a vedere i chicchi marroni o anche neri, ma questa non è la loro tonalità naturale: è soltanto il processo di tostatura a conferire loro questa caratteristica colorazione. Quella del caffè è dunque una delle poche piante in cui si utilizza il nocciolo e si butta il frutto: le drupe vengono infatti scartate dopo la lavorazione dei frutti, anche se alcune aziende preferiscono recuperarle per realizzare farina di caffè riducendo al minimo gli sprechi. 

Quante piante di caffè esistono 

Esistono circa 60 specie di piante di caffè appartenenti alla famiglia Coffea, ma solamente 25 di queste vengono coltivate per produrre caffè destinato al consumo. Tuttavia, le due specie più coltivate e note commercialmente sono:

  • Coffea arabica: comunemente noto come caffè Arabica, è considerato di alta qualità e rappresenta il 70% della produzione mondiale di caffè. Si coltiva ad altitudini più elevate rispetto alla Coffea canephora e ha un sapore più delicato e complesso.
  • Coffea canephora: conosciuto più comunemente come caffè Robusta, per via della sua resistenza ai parassiti e alle condizioni climatiche. Ha un sapore più forte e amaro rispetto all’Arabica ed è apprezzato per la sua maggiore quantità di caffeina.

Oltre a queste due specie principali, ci sono anche altre specie di Coffea che possono essere coltivate o che crescono in modo selvatico in diverse regioni, come ad esempio la Liberica e l’Excelsa. 

Dove si coltiva la pianta del caffè

L’arte della produzione del caffè inizia con la coltivazione accurata e la meticolosa raccolta dei frutti della pianta. Caratteristiche quali la composizione del terreno, la temperatura, l’altitudine e il metodo di raccolta giocano un ruolo cruciale.

La pianta di caffè prospera principalmente in Paesi con climi caldi e umidi, con temperature che oscillano tra i 18 e i 22 gradi. Questa pianta viene coltivata in circa 90 Paesi, prevalentemente nelle aree comprese tra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno. 

Nei luoghi subtropicali, le piante di caffè crescono all’aperto, mentre nelle regioni tropicali richiedono ombra e protezione dalle correnti d’aria: per questo motivo, spesso vengono piantate vicino a piante più alte e robuste, come banani e ricini, al fine di garantire una copertura adeguata.

Ottotips, l’artigiano del caffè consiglia…

Assaporare il caffè con una comprensione più profonda di tutto ciò che sta dietro può rendere l’esperienza ancora più soddisfacente. Innanzitutto, opta per caffè di alta qualità come quello lavorato con cura e competenza nella torrefazione Ottolina, e testa diverse tostature per arricchire questo rituale gustativo. Ricorda di macinare il caffè poco prima di prepararlo per migliorare l’aroma e il sapore. 

Convidividi questo articolo:

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email