Donare il sangue per salvare la vita: Ottolina sostiene l’Associazione Amici del Policlinico Donatori di Sangue

La nostra intervista al Presidente Paolo Giacomelli nella Giornata Mondiale del Donatore di Sangue

Grazie all’incontro tra Ottolina e l’Associazione Amici del Policlinico Donatori di Sangue è nato un importante progetto di sostegno che ci vede impegnati nei confronti dell’Associazione con le nostre miscele di caffè, disponibili nel bar dell’ospedale per ristorare i donatori e le donatrici di sangue al termine dei loro prelievi.

In occasione della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, che ricorre ogni anno il 14 giugno, abbiamo rivolto una breve intervista al Presidente dell’Associazione, Paolo Giacomelli, per parlare dell’importanza della donazione di sangue – un gesto estremamente prezioso che può salvare vite umane e migliorare la salute di coloro che ne hanno bisogno – e per saperne di più sulle esigenze ospedaliere ma anche sui progetti e sulle sfide che coinvolgono l’Associazione Amici del Policlinico nelle sue attività quotidiane.

Nel ringraziare il Presidente Paolo Giacomelli per il suo tempo, ci uniamo ancora una volta all’Associazione Amici del Policlinico Donatori di Sangue per promuovere insieme a loro la cultura del dono, invitando i nostri lettori e i nostri clienti a fare lo stesso.

Perché è importante celebrare la Giornata Mondiale del Donatore di sangue? E perché è sempre importante diventare donatori?

Dare ai pazienti l’accesso a sangue ed emoderivati sicuri in quantità sufficiente è una componente chiave di un sistema sanitario efficace. Se vi piace la metafora, immaginate di rientrare in casa la sera e di accendere la luce. Schiacciate l’interruttore e la luce non si accende. Un Ospedale senza sangue ed emoderivati è come la vostra casa al buio e il sangue, a differenza dell’energia elettrica, non si può produrre, ma solo donare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole ogni anno celebrare tutti gli individui altruisti che donano il proprio sangue a persone a loro sconosciute: nella maggior parte dei Paesi i donatori di sangue sono volontari e non sono pagati per questo gesto fondamentale. 

Quali sono le principali sfide che l’Associazione Amici del Policlinico – Donatori di Sangue ODV ha affrontato durante la pandemia? Quanto è stata influenzata la partecipazione dei donatori di sangue a causa delle restrizioni e delle misure di distanziamento sociale? 

Parlare del passato recente è sempre rischioso, ma possiamo dire che i donatori di sangue non sono mai mancati agli appuntamenti, ed il loro supporto ed entusiasmo, anche nei periodi iniziali più difficili, è stato straordinario. Lunghe code, pazienza, silenzio e condivisione sono stati gli ingredienti portati da donatrici e donatori per tutto il 2020 ed il 2021, che con il proprio impegno non hanno mai fatto mancare quanto necessario per l’Ospedale e tutte le persone fragili. 

A prescindere dalla pandemia, negli ultimi dieci anni le donazioni sono in calo ed è preoccupante perché, riprendendo la metafora dell’energia elettrica, i nostri ospedali, ma soprattutto i nostri pazienti rischiano di rimanere al buio.

Oggi qual è la situazione delle scorte di sangue e dei gruppi sanguigni più richiesti?

Abbiamo un magazzino “normale” che, a seconda delle donazioni giornaliere (tra 100 e 120 unità) e delle richieste (da 50 a 200), varia giornalmente tra 500 e 1.000 unità. La raccolta di sangue del Policlinico copre le esigenze interne e quelle di altri tre grandi centri ospedalieri di Milano: IEO, Monzino, G.Pini.

Vi è poi la banca dei gruppi rari, nella quale sono congelate tipologie di sangue molto poco frequenti, e il Policlinico è Centro di riferimento per la Lombardia ma vi sono anche scambi a livello internazionale grazie ad una rete comune. 

Il gruppo sanguigno più richiesto è sempre il gruppo ZERO=0, in quanto utilizzabile su qualsiasi paziente ed in qualsiasi condizione: in particolare nelle emergenze non vi è tempo per verificare il gruppo sanguigno del paziente, e lo si trasfonde con tale gruppo. 

Come è nata la collaborazione con il brand Ottolina? 

Uno dei nostri impegni è la sensibilizzazione ed il reclutamento di nuovi donatrici e donatori. Persone amiche mi hanno segnalato l’attenzione di Ottolina verso i temi sociali, in particolare con un impatto nella città di Milano: ci siamo incontrati, capiti e ne è nato un primo progetto di sostegno nei confronti delle nostre attività.  Tutte le nostre donatrici e donatori, che alla fine del prelievo si fermano al nostro bar, possono apprezzare la qualità del caffè Ottolina!

Quali sono i progetti futuri dell’Associazione per sensibilizzare ancora di più sulle donazioni di sangue? 

Non si dona sangue sulla scia di emozioni, ma dopo aver maturato la consapevolezza dell’importanza fondamentale di questo gesto periodico (donne ogni 180 giorni, uomini ogni 90). Quindi la sensibilizzazione è essenziale, basandosi su strumenti di comunicazione diretta, che consentano di sciogliere pregiudizi, paure e false credenze.

Siamo presenti nelle scuole superiori, nelle Università, nelle Caserme, in diverse aziende private, e prossimamente anche nel mondo sportivo, con programmi specifici di informazione, e siamo sostenuti anche da grandi Fondazioni che cofinanziano queste attività. Intendiamo allargare il raggio di azione, coinvolgendo progressivamente i quasi 200 istituti superiori e le 11 Università milanesi, grazie anche alla presenza facilitatrice di professori, liceali ed universitari.

Abbiamo un programma di crescita nel mondo privato ed in quello pubblico, contattando manager e comandanti di reparto sensibili e capaci di stimolare collaboratori in questa direzione.

Il sangue è destinato a circolare e l’impegno che mettiamo in tutti i nostri progetti è la promozione di una cultura del dono!

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