Sapevi che l’acqua non basta per lavare la moka? E che il caffè non dovrebbe essere conservato in frigo?
Nel corso della sua lunga storia, il caffè ha collezionato una serie di falsi miti e convinzioni errate che hanno portato molti appassionati e consumatori occasionali a commettere una serie di errori che spesso compromettono il sapore della loro bevanda preferita.
Dalla pulizia della moka alla data di scadenza, approfondiamo la realtà dei fatti con un occhio critico, per imparare a preservare la qualità e il gusto del caffè e svelare i segreti dietro questa bevanda amata e intramontabile.
La moka non va lavata
L’aroma del caffè che si diffonde ogni mattina nelle nostre case è un rito appagante e quasi mistico. Tuttavia, spesso questo momento di piacere può essere rovinato dall’uso scorretto della moka che, in molti casi, non è pulita da giorni e giorni. Questo accade a causa del falso mito che circonda la moka e che da generazione in generazione suggerisce di non lavarla, ma solo sciacquarla sotto l’acqua, sostenendo che altrimenti si altererebbe il gusto del caffè.
In verità un’analisi più approfondita rivela che è proprio la mancata pulizia della moka a compromettere la qualità del caffè. Questo perché il caffè contiene degli oli grassi che non possono essere rimossi semplicemente sciacquando la moka sotto l’acqua. Non lavandola a dovere, infatti, rimangono attaccati alle pareti della moka e a contatto con l’ossigeno tendono a irrancidire. Per una corretta manutenzione, ti consigliamo quindi di risciacquare bene la moka sotto l’acqua e asciugarla dopo ogni utilizzo, effettuando una pulizia più approfondita ogni due o tre giorni utilizzando un detergente a pH neutro e inodore.
Il caffè va conservato in frigo
Spesso ci si chiede se il caffè vada conservato in frigorifero, perché si pensa che possa mantenere inalterata la sua freschezza. In realtà questo tipo di conservazione può alterare le sue caratteristiche organolettiche. Il motivo?
Il caffè è noto per la sua capacità di conservarsi efficacemente a temperatura ambiente, a condizione che venga custodito in un contenitore ermetico e protetto dalla luce solare diretta. Le basse temperature, come quelle del frigorifero, non comportano danni al caffè in sé, ma è importante prestare attenzione al modo in cui lo si gestisce quando si rimuove dal frigorifero per l’utilizzo.
Il problema principale che può insorgere è la condensazione d’umidità sulla superficie dei chicchi di caffè (o del caffè macinato) quando vengono esposti all’aria a temperatura ambiente dopo essere stati nel frigorifero. Per evitare questo inconveniente, è consigliabile seguire una procedura che potrebbe risultare “scomoda”: estrarre il contenitore ermetico con il caffè dal frigorifero e lasciarlo raggiungere la temperatura ambiente prima di aprirlo.
Allora dove dovremmo conservare il caffè? La risposta sta nell’utilizzare un contenitore ermetico non trasparente, preferibilmente scuro per limitare il contatto con la luce. L’ideale sarebbe una credenza chiusa, protetta dalla luce e dai raggi del sole, lontana da fonti di calore come il piano cottura, il forno o i termosifoni.
Il caffè va bevuto prima del bicchiere d’acqua
Spesso, quando entriamo in un bar, ci viene servito un bicchiere d’acqua prima del caffè. Semplice gesto di cortesia? Non esattamente, c’è infatti una ragione ben precisa dietro a questa consuetudine.
L’acqua svolge un ruolo importante nel preparare il palato al caffè e nell’apprezzamento dei sapori che seguiranno dopo la sua degustazione, perché ripulisce letteralmente le papille gustative. Per questo, berla dopo aver sorseggiato la nostra tazzina può risultare controproducente, poiché elimina il delizioso retrogusto che il caffè ci lascia in bocca.
Il caffè aumenta l’ansia e il nervosismo
Molti miti circolano sul consumo di caffè, e uno di essi è l’erronea convinzione che il caffè possa aumentare l’ansia e il nervosismo. In realtà la scienza ci offre un quadro completamente diverso: infatti, non esiste alcuna correlazione concreta tra il consumo di caffeina e il nervosismo e anche a lungo termine, il caffè non è associato alla comparsa di stati di ansia o di panico. Anzi, secondo una ricerca condotta dalla Harvard School of Public Health, la caffeina è in grado di aumentare i livelli di serotonina, l’ormone del buonumore.
Il caffè è buono se lo zucchero galleggia
Il falso mito dello zucchero che galleggia nel caffè è uno dei più radicati in questo settore. È vero che la crema di un espresso può essere un indicatore utile per la sua valutazione, tuttavia, il fatto che lo zucchero galleggi o meno sulla crema non è un segno inequivocabile di qualità. Ciò che realmente conta è la consistenza della crema stessa che, per essere ben realizzata, deve avere una trama fine e compatta, ed essere di color nocciola con striature tigrate. Questa caratteristica deriva da una preparazione accurata e dalla macinatura corretta dei chicchi di caffè.
Per il caffè non vale la data di scadenza
Rispettare la data di scadenza riportata sulle confezioni degli alimenti e delle bevande che consumiamo è una buona abitudine. Tuttavia, molti di questi hanno una data un po’ più elastica, come da etichetta “da consumarsi preferibilmente entro il”. Il caffè è uno di questi e può essere consumato oltre la data indicata sulla confezione, ma a scapito della sua fragranza. Questo perché esprime al meglio le proprie caratteristiche organolettiche entro i limiti indicati dal torrefattore. Per quanto riguarda il caffè macinato, invece, è meglio consumarlo il prima possibile dopo l’apertura della confezione e la ragione è semplice: il caffè macinato ha una superficie maggiore esposta all’aria, un fattore che accelera il processo di ossidazione e la perdita dei suoi aromi.
Il caffè decaffeinato è meno intenso
Il falso mito che il caffè decaffeinato abbia un sapore meno intenso è un’idea radicata nel passato, quando il processo di decaffeinizzazione era limitato ai caffè di qualità inferiore e poco pregiati, principalmente per ridurre i costi. In effetti, il problema iniziale riguardava la selezione del caffè e il fatto che le varietà meno pregiate, spesso poco consumate, tendevano a ossidarsi facilmente. Ma i tempi sono cambiati e grazie all’avanzamento della tecnologia oggi è possibile ottenere un caffè decaffeinato di qualità eccellente, spesso indistinguibile da un espresso tradizionale.
Ottotips, l’artigiano del caffè consiglia…
“Il caffè è sempre uguale”, quante volte l’hai sentito dire? In realtà ne esistono tantissime varietà, in base alla pianta, al paese d’origine, al tipo di lavorazione, alla tostatura, fino all’estrazione finale. Per provare l’incredibile diversità di sapori e aromi che il mondo del caffè ha da offrire, ti invitiamo a scoprire le diverse miscele Ottolina!