Tra espresso ed espressionismo: il ruolo del caffè nell’arte moderna

Nel corso dei secoli, il caffè ha fatto parte della vita di molte figure illustri, diventando una bevanda che ha ispirato, stimolato e alimentato non solo il corpo, ma anche l’anima. Voltaire, è noto per aver bevuto ben 40 caffè al giorno, un elisir che lo manteneva attivo e sveglio con la sua prolificità intellettuale.

Nel passaggio dal Settecento all’Ottocento, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, Ludwig van Beethoven, aveva una relazione speciale con il caffè. Le sue biografie raccontano di come abbia sperimentato con meticolosità la creazione di un caffè su misura, dosando la quantità esatta di chicchi di caffè per tazza, cercando l’equilibrio perfetto tra il gusto e la stimolazione.

Questi sono solo due esempi di come il caffè sia stato da sempre un compagno fedele di menti creative e intellettuali. Ma il legame tra caffè e arte non è rimasto confinato nei capitoli di storia. Oggi, il caffè continua a fluire attraverso le tazzine di artisti contemporanei, mantenendo un legame profondo con la creatività. 

Dalle caffetterie di Parigi alle tavole di pittori, il caffè ha continuato a essere una fonte inesauribile di ispirazione, un mezzo attraverso il quale l’espressione artistica si mescola con il suo aroma avvolgente. Scopriamo come il caffè sia diventato un elemento immancabile nell’arte contemporanea, trasformando il semplice gesto di sorseggiare una tazzina in un atto di creatività.

Caffè e arte: 5 opere che raccontano la storia del nostro amato espresso

A seguito della sua diffusione in Europa, inizialmente solo presso le fasce più abbienti, il caffè iniziò ad imporsi anche nell’arte pittorica/visiva; tanto da prendere il posto del tanto celebrato vino di Bacco. 

Fu solo nel corso dell’Ottocento che il caffè divenne una bevanda di consumo comune, uscendo dai ristretti circoli nobiliari e letterari per diffondersi nelle case di tutti. Questa trasformazione sociale si rifletté anche nell’arte, che divenne sempre più uno specchio della vita quotidiana. Vediamo le 5 tele più significative che riflettono il rapporto tra arte e caffè.

1. Antonio Ferrigno – Seccaggio del caffè (1903)

Soprannominato nel nostro Paese come “il pittore del caffè”, per via della sua predilezione per le scene riguardanti la lavorazione del caffè, Antonio Ferrigno è un artista importantissimo non soltanto dal punto di vista artistico, ma anche documentario. Per oltre 12 anni visse tra Rio De Janeiro e San Paolo, immortalando su commissione il mondo dei fazenderos, i ricchi proprietari terrieri locali dediti alla lavorazione delle piantagioni di caffè. Le sue opere offrono un dettagliato ritratto della vita nelle piantagioni di caffè brasiliane subito dopo l’abolizione della schiavitù nel 1888. In quel periodo, gran parte della forza lavoro era costituita da emigranti italiani, in particolare da veneti. I dipinti esplorano in modo approfondito le diverse fasi coinvolte nella coltivazione, nella raccolta e nella preparazione dei chicchi di caffè, così come nel loro trasporto attraverso il sistema ferroviario.

2. Vincent Van Gogh, La terrazza del caffè la sera (1888)

Nella pittura impressionista e puntinista, è comune trovare rappresentazioni di caffè cittadini, sia degli spazi esterni che degli interni. Questo perché la vita mondana e la socialità dei cittadini, compresi artisti ed intellettuali, spesso si svolgeva tra i tavolini dei locali. Tra le file di tavolini verdi, è possibile osservare turisti, passanti occasionali e habitué, tutti intenti a godersi la serata, magari sorseggiando un caffè, mentre un cameriere raccoglie le ordinazioni. Il tratto solitamente nervoso e frammentato di Van Gogh si trasforma qui in uno stile più sognante, in sintonia con la serenità di questa notte nel Meridione francese e l’armonioso gioco di colori orchestrato nella scena.

3. Renato Guttuso – Caffè greco (1976)

Il fascino dei caffè letterari romani ebbe un impatto precoce sulla sensibilità artistica di Renato Guttuso. Quando giunse a Roma per la prima volta, a soli tredici anni, nel lontano 1924, i primi luoghi che si incisero profondamente nella sua memoria furono San Pietro, il Pantheon, il Colosseo, i Fori, Castel Sant’Angelo e l‘antico Caffè Greco, situato a Roma in via dei Condotti, nelle vicinanze di piazza di Spagna. Questo caffè storico fu a lungo un punto di ritrovo per intellettuali ed artisti di spicco. Oggi ospita una collezione straordinaria di oltre 300 opere esposte nelle sue sale, rendendolo, di fatto, la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico esistente al mondo. La tela omonima del 1976 di Guttuso cattura perfettamente l’essenza di questo luogo, grazie all’uso sapiente di sfumature calde e forme sinuose, che quasi riescono a evocare il gusto e il profumo del caffè con uno sguardo solo.

4. Cézanne – Donna con caffettiera (1895)

Soggetto del dipinto “Donna con caffettiera” è una figura femminile vestita in modo modesto e sobrio. Sul lato destro dell’opera, un tavolino è coperto da un tovagliolo su cui riposano una caffettiera e un bicchiere sostenuto da un piattino che custodisce un cucchiaino di metallo. Sul lato sinistro, invece, spicca una caffettiera cilindrica argentea. La donna ritratta è con ogni probabilità una delle domestiche al servizio della famiglia Cézanne presso il Jas de Bouffan. L’artista, infatti, mostrava una preferenza per ritrarre parenti o persone a lui vicine, date le sue abitudini di lavoro lente e la sua timidezza nell’affrontare la creazione artistica.

5. Manet – Colazione nell’atelier (1868)

Questa è senza dubbio una delle opere più intricate mai realizzate da Manet, in cui il caffè assume un ruolo di silente protagonista. Nell’opera “Le Déjeuner dans l’atelier” un giovane studente, vestito con eleganza, si appoggia a un tavolo dove poco prima ha consumato il suo pasto. Sulla superficie del tavolo, impeccabilmente pulita e levigata, sono evidenti i resti di gusci d’ostrica e bucce di limone, creando un senso di vivida confusione postprandiale. Al centro dell’immagine, spicca una delicata tazzina di porcellana immacolata, adornata con dettagli dorati, che attende di essere colmata da un aromatico caffè fumante, per concludere in bellezza il pasto. Nonostante la maestria tecnica e artistica, il dipinto non sfuggì alle critiche. In particolare, Jules-Antoine Castagnary sollevò una polemica osservando che il caffè fosse servito accanto a un limone parzialmente sbucciato e a un piatto di ostriche fresche, nonostante questi due alimenti non fossero comunemente consumati insieme nella realtà. Manet, in risposta, scherzosamente replicò: “Il limone troverà comunque la sua utilità, essendo, unito al caffè, un ottimo rimedio contro il mal di testa.”

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Dipingere con il caffè: quando la bevanda sostituisce la tempera

Nel vasto mondo dell’arte c’è una pratica creativa che sta guadagnando sempre più attenzione: dipingere con il caffè. Sebbene l’idea di utilizzare il caffè come mezzo artistico abbia radici antiche, è solo negli ultimi anni che l’uso del caffè come pigmento per la creazione artistica ha guadagnato notorietà.

L’antica Cina usava il caffè per dare sfumature particolari ai tessuti, per dipingere sfondi o addirittura per conferire un aspetto invecchiato alle sculture in marmo. Questa pratica si è evoluta nel corso del tempo e ha trovato nuova vita tra gli artisti contemporanei.

Uno dei nomi che spicca in questo nuovo movimento artistico è quello dell’artista americana Karen Eland, che ha reinterpretato opere d’arte iconiche come la “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci (nel suo lavoro ribattezzata “Monna Latte”) o la “Creazione” di Michelangelo utilizzando esclusivamente caffè e acqua come pigmenti. 

Altri artisti americani, come il duo Andrew e Angel Sarkela-Saur, hanno abbracciato l’idea di dipingere esclusivamente con le sfumature dell’Arabica o del Robusta. 

In Italia, l’artista Bernulia ha una tecnica unica: versa direttamente la tazzina di caffè sulla tela e, con un cucchiaino, trascina la macchia di caffè fino a creare immagini, dando vita a ciò che la sua mente vede attraverso i suoi occhi.

Alcuni artisti vedono l’arte nell’essenza stessa del chicco di caffè. L’artista russo Arkady Kim, ad esempio, ha utilizzato la differenza di colore dei chicchi di caffè tostati e crudi per creare un murale di 30 metri quadri intitolato “The Awakening”. Un’altra storia che utilizza la stessa materia prima è l’opera “Mekka Mokka” di Aldo Mondino, che rappresenta un tappeto da preghiera fatto da chicchi di caffè crudi e tostati e da caffè macinato.

L’arte del caffè non è solo un modo affascinante di esplorare la creatività, ma rappresenta anche un omaggio a una delle bevande più amate al mondo, dimostrando che il caffè può essere fonte di ispirazione in ogni sua forma.

Ottotips, l’artigiano del caffè consiglia…

Sperimentare l’arte del caffè non è esclusiva degli artisti: prova anche tu le diverse varietà di caffè con Ottolina per scoprire aromi e sfumature uniche. Ogni chicco di caffè racchiude una storia e un profilo aromatico distintivo, che può trasformare il semplice atto di preparare una tazzina in un’esperienza multisensoriale. 

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